Quando Teal'c viene a sapere che suo figlio Rya'c vuole sposarsi con Kar'yn, una delle donne della tribù di Ishta, va su tutte le furie. Reputando suo figlio troppo giovane per fare una scelta del genere, lo considera alla stregua di un traditore, che abbandona la causa, la liberazione dai Goa'uld, per la famiglia. Il problema personale di Teal'c, invece di rimanere ad anni luce di distanza, diviene ben presto molto vicino dal momento che Moloc, il Jaffa a cui Ishta ha giurato vendetta, ha scoperto l'ubicazione della sua città, e così tutte le donne guerriere vengono temporaneamente accolte all'S.G.C.. Durante il soggiorno, che mette decisamente a disagio il Generale O'Neill, Rya'c dovrà prendere coscenza di cosa vuol dire sposare una donna (oltretutto una donna che sembra essere ostile alle tradizioni) e vice versa, mentre Teal'c e Ishta dovranno affrontare una delle situazioni più difficili: convincere alcuni Jaffa di Moloc ad organizzarsi contro il proprio padrone. Oltre al fatto che Teal'c reputa più utile non attaccare Moloc ma organizzarsi per un piano più ad ampio respiro in grado di mettere in difficoltà tutti i Goa'uld, mentre Ishta sembra determinata nell'attacco immediato, i due si ritroveranno in un'imboscata.

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Un altro episodio molto interessante. Due punti di riflessione. In primis l'episodio solleva notevoli spunti sui rapporti uomo - donna, in una coppia soprattutto. Kar'yn rifiuta di inchinarsi a Rya'c, anche se si tratta di un gesto simbolico e di affetto. Kar'yn rifiuta le tradizioni ed un ruolo maschile come capo famiglia che, come nella nostra tradizione "umana", è il fondamento per una crescita adolescenziale senza particolari problemi (citerei a proposito, anche se la letteratura a riguardo è molto ampia, gli studi sull'attaccamento di Bowlby, Ainsworth e Main, e per quanto riguarda la letteratura italiana i libri di C. Risé sul ruolo del padre). Per questo gesto, e per i motivi di conflitto evidenziatisi, io non avrei assolutamente consigliato il matrimonio ai due giovani Jaffa, ed infatti non si capisce come i conflitti possano esser stati risolti tra i due. In secondo luogo l'episodio ci mostra numerose tradizioni Jaffa. Tuttavia queste ultime sembrano aver perso il fascino di un tempo: il misticismo sembra esser completamente scomparso, e la somiglianza con il matrimonio terrestre è decisamente esagerata.
Insomma un episodio sicuramente avvincente, ma che solleva numerosi dubbi sul suo contenuto e su come questo ci venga presentato. Inoltre si rimane stupiti dall'incredibile precisione con cui i make-up artists sono riusciti a trovare l'unico modo possibile per rendere Jolene Blalock ben poco affascinante!

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Quando Alec Colson si presenta davanti alle televisioni di tutto il mondo nessuno si sarebbe mai aspettato una sua simile dichiarazione: dando un ultimatum di 24 ore a tutti i governi, i quali avrebbero per primi dovuto portare alla luce del sole i fatti, dichiara che presenterà le prove dell'esistenza di una forma di vita aliena sulla Terra. Di fronte ad una simile minaccia per la sicurezza i membri dell'Sg-1 si mettono subito all'opera, ma nulla possono contro una situazione difficilissima da gestire: dal momento che Colson si è già presentato alla stampa, qualsiasi azione alla sua persona porterebbe ad effetti ben peggiori. Quando Carter e Daniel si recano nel suo studio, si rendono perfettamente conto di quanto Colson sia determinato a rilevare i fatti di cui è a conoscenza, mosso da una profonda convinzione personale che la verità sia il bene più grande e mai, in nessun caso, può portare ad eventi negativi. Le prove diventano ancora più schiaccianti quando, scaduto l'ultimatum, Colson presenta un Asgard alla televisione. Non resta altro da fare che smentire fino al possibile la verità, da una parte cercando di coinvolgere lo stesso businnesman nel progetto Stargate, dall'altro affrontando con la finzione le prove da lui presentate. Purtroppo la legge della verità come bene assoluto verrà smentita ancora una volta dalla complessità umana.

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Un episodio che solleva numerose riflessioni. La principale, la più immediata e la più intrigante riguarda la domanda se la verità sia una entità, un concetto, una realtà benefica universalmente. E'sempre giusto rivelare la verità? Lasciando da parte la grande discussione politica, pensiamo solamente allo scontro tra le "apparenze" sulle diverse realtà che le fazioni pro e contro governative sollevano su numerose questioni dei nostri tempi, affrontiamo il discorso da un punto di vista esperienziale. Colson ritiene che la verità sugli alieni debba essere diffusa a tutti gli abitanti della Terra: è convinto, come lui stesso afferma, che non vi può essere una reazione diversa che dall'unità di fronte a tale rivelazione. Se così non fosse, allora la razza umana avrebbe giustamente il diritto di non sopravvivere. Carter, d'altra parte, non nega la possibilità di una rivelazione, non assume la posizione che la verità, di principio, non debba essere rivelata. Ragiona da un punto di vista personale, basandosi sull'esperienza: più volte, di fronte ad una tale problematica, si son viste civiltà autodistruggersi, incapaci di gestire tale situazione. Ma Colson non "crede" a questa possibile soluzione fin tanto che non gli capita in prima persona di vivere il dramma: il suo migliore amico muore, si suicidia proprio a causa di quella rivelazione scottante (e le sue conseguenze). Solo allora anche il talentuoso e coraggioso imprenditore può intravedere quello che carter già di per sé aveva provato: anche se ingiusto e stupido, persino a morale se si vuole, il segreto deve essere mantenuto poiché non tutti sono pronti ad una tale rivelazione.
Ritengo che questa tematica della verità sia affrontata dall'episodio in modo magistrare, proprio perché ci permette di assistere al percorso di formazione del personaggio di Colson, il quale partito con una posizione ideologica (la verità sempre e comunque), per quanto condivisibile e giusta, giunge su di una posizione ragionevole, basata dall'esperienza. Un bell'esempio di vita e di virtù.

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Le cose non sono facili per Teal'c quando decide di andare a vivere al di fuori della base: non riesce, troppo spesso, a non immischiarsi nei problemi delle altre persone. E così interviene ogni qual volta vi è un prepotente che alza la voce, o un ladro che ruba una borsetta ad una passante. La cosa peggiore, però, avviene quando entra in contatto con Krista, una sua giovane (e carina) vicina di appartamento, che sembra essere molto interessata alla vita di quel misterioso "studioso proveniente dal Mozambico" (questa onfatti è la sua copertura ufficiale). Dopo splendide giornate trascorse ad allenarsi assieme, Teal'c le insegna alcune tecniche da combattimento "africane", e dopo aver condiviso alcuni momenti molto intimi come quelli del kel-no-rim, Teal'c scopre che il ragazzo di Krista è un tipo violento, e talvolta alza le mani nei suoi confronti. Senza alcun timore Teal'c lo minaccia di ucciderlo nel caso le violenze proseguissero ancora, ma le cose si complicano quando il corpo del ragazzo viene trovato morto...
Spetterà a Carter, che si trova anche lei in un momento sentimentalmente importante, dovendo ricevere una richiesta di fidanzamento ufficiale da parte di Pete, ed al Colonnello O'Neill scagionare l'amico arrestato, ma il tutto si complica ulteriormente quando Daniel Jackson riceve una misteriosa telefonata.

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Un episodio molto bello, intenso, a tratti persino commovente, avvincente. Come più volte in passato è stato ripetuto, quando entrano in campo i sentimenti, anche quelli personali e più intimi, Stargate Sg-1 si illumina di emozioni. Sono molto belle infatti le scene tra Teal'c e Krista, così come quelle tra Pete e Carter, e soprattutto il breve discorso tra Carter ed O'Neill. Sono momenti magici che non si escludono ad una serie che pur si basa sul fantastico, sull'avventura e sull'azione. Da questo punto di vista l'episodio, per quanto con un ritmo lento ma affascinante, è decisamente al di sopra della media dei suoi predecessori di stagione. Ma non c'è solo questo. La storia riprende anche il vecchio tema del complotto e del N.I.D., dimostrando che anche un episodio leggero ma profondamente intenso può coniugarsi appieno con una trama d'azione e di spionaggio. Ne vedremo ancora delle belle.

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Quando Teal'c prova la simulazione virtuale messa a punto dal dott. Lee non può che rimanerne deluso. I super-soldati (i guerrieri di Anubis) risultano essere troppo lontani da quell'invincibilità che ne caratterizzava gli incontri "reali". Dal momento che la simulazione aveva lo scopo di training per tutti i membri dell'SGC, Teal'c decide di collaborare per renderla più efficace, sottoponendosi ad un programma speciale che avrebbe adattato le caratteristiche di ogni "gioco" alle sue memorie, permettendo così all'intero programma simulativo di migliorare apprendendo da Teal'c stesso. Come al solito però le cose non vanno come previsto, dal momento che Teal'c incrementa la difficoltà ad un livello talmente alto che risulta impossibile completare il livello, e dal momento che il computer non gli permette di terminare la simulazione essendosi adattato al suo carattere: nella realtà il Jafa non si arrenderebbe mai. Per uscire da questa situazione, che a lungo andare diverrà letale per il suo fisico, Teal'c dovrà non solo combattere contro i super-soldati della simulazione, ma anche con quella stessa idea inconsapevole che lo tiene rinchiuso nel gioco senza possibilità di successo, l'idea che i Goa'uld non potranno mai esser distrutti definitivamente.

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L'episodio trae spunto da un'idea più volte utilizzata nelle serie televisive: quella di una realtà virtuale, e quindi alternativa, entro cui far muovere un personaggio. Se poi vi aggiungiamo il fatto che questa stessa realtà virtuale crea dei problemi di tipo "tecnico" (il personaggio non vi può uscire, oppure vi sono delle complicazioni interne alla vicenda) è immediata la somiglianza con numerose serie di fantascienza (citerei come capostipiti del genere gli episodi di Star Trek The Next Generation "Elementare, caro Data" e di Deep Space Nine "Our man Bashir"). In questa trama di Stargate gli elementi utilizzati non differiscono più di tanto dalle fonti precedentemente citate, con una buona dose di avventura e di azione. La parte più filosofica (ma qual'è la realtà "vera"?) non viene menzionata, mentre l'episodio risulta pregevole dal punto di vista emotivo: un elemento assente agli altri episodi dello stesso genere è infatti quello del cambiamento di sé, della propria mentalità. Teal'c per poter uscire da quella situazione "impossibile" deve cambiare sè stesso, il sè stesso più reale. Da questo punto di vista l'episodio è stupendo, e ne giustifica appieno la realizzazione.

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